Racconto vincitore del 1° Concorso Kulturale della Bottega del Rosso

OM NAMA SHIVA

                                                                                     Di   PONCH

Ti chiedo aiuto e perdono, immenso spirito, che poi gli ariani chiamarono Shiva.

Da quando ti sei rivelato a me il mio cuore e la mia mente sono pieni di gioia e i miei pensieri sono liberi dai vincoli dello spazio e del tempo.

Forse dovrei dire alle persone che leggeranno questa strana leggenda che è soltanto una favola delle mie, da sciamano dei pascoli di città, oppure farla passare per una scoperta scientifica o per un riuscito esperimento di magia.

Ma è la verità, è quello che brilla dentro di noi, che infiamma il nostro istinto e la nostra fantasia.

 

OM NAMA SHIVA

 

Ti ringrazio eternamente di essermi accanto, incredibile Shiva.

Antichissima e attuale e futura guida, sempre stata vera guida di sapienti e dei puri.

E’ talmente abbagliante essere al tuo cospetto, poterti fluire, capire il tuo dolce insegnamento, che

Sto scrivendo una preghiera, invece di raccontare alla gente del mio tempo, come è andata la storia.

 

OM NAMA SHIVA

 

Sono passati ormai 30.000 carnevali più o meno. Tanti anche per te, carissima faccia di scimmia, pensa a quanta gente è nata, vissuta, morta, qualcuno addirittura resuscitato, alcuni non sono mai morti, tutti sono nati puri e per camminare sui carboni ardenti della vita degli umani.

Poveri noi umani, quando ci siamo allontanati dalla felicità, dalla libertà, dalla dolce natura.

Siamo in pochi a ricordare ed ancora in meno a voler tornare in quel paradiso, in quel infanzia,

quando anche noi umani potevamo parlare e giocare e celebrare la vita con te, faccia da scimmia e con tutte le altre creature animali e con gli spiriti naturali.

 

OM NAMA SHIVA

 

Così pensando a SHIVA e non riuscendo a scrivere il racconto, mi stesi sul letto. Era stata una giornata di stupido e inutile lavoro, passato tutto a ponderare se fosse più o meno giusto, necessario

O sconveniente scrivere quello che avevo capito di Shiva. L’ idea del Rosso aveva stimolato la mia

Stupida voglia di raccontare fiabe e la solitudine del periodo che stavo passando, no mi aiutava certo a trattenermi. Purtroppo la stanchezza prese il sopravvento e mi addormentai.

Non riesco a capire se vuoi farmi piangere o vuoi farmi incazzare. Disse una voce nel buio della stanza. La paura, però, mi fa uno strano effetto allo stomaco e alla mano sinistra, naturalmente,

andò alla ricerca del forbicione, che, per scrupolosa abitudine, ormai dai tempi del collegio, tengo sotto il cuscino. Accesi la luce e saltai fuori dal letto, con la forbice aperta in mano. Una risata spaventosa e un colpo, come di una grossa frustata, mi arrivarono in faccia, un KO tecnico alla prima ripresa, di sicuro ci avevo guadagnato un occhio nero e un orecchio viola, ma istintivamente pensai, riprendendomi, che la prossima mossa del mio avversario, mi avrebbe spedito prematuramente al capolinea.          Decisi perciò, in men che non si dica, che anche se il gallo che strilla alla mattina presto dietro casa, dava fastidio, sarebbe stato bello maledirlo ancora per un po’ di albe.

Urlai, saltando in piedi e feci schioccare la forbice, nessuno.

“ Cazzo” , mi venne fuori dalla voce tremante, rabbiosa e meravigliata nel non vedere niente nella mia stanza.

Eppure la codata in faccia l’avevo presa e mi bruciava. Poi un flash della mia mente, il messaggio del cervello al mio corpo teso: chiaro, SHIVA.

 

OM  NAMA SHIVA

 

Sicuramente, anche voi che leggerete probabilmente, con un cetro sdegno questa specie di storia, non siete mai stati tanto a posto.

Qualcuno, più di altri, si sarà accorto, con il tempo, che noi tutti apparteniamo a quella sfera di persone, che i rompicoglioni usano chiamare “sballati” benissimo potrebbe dire qualcuno altroché

Si può permettere il lusso di fare fresconalmente lo sconvolto, e buon per lui, ma con i tempi che corrono, per me, che già prima che i tempi capissero di avere molta fretta, non avevo una lira, è un bel problema.   Non dico di essere l’unico con una forte predisposizione alle storie moto incasinate, ma mi rendo conto che parecchie volte che mi sono capitate addosso, passano così vicino alla follia, che ancor oggi conservo quasi con orgoglio il dubbio di sentire ancora qualche volta la puzza delle sue ascelle. La follia si deodora pochissimo.

 

OM NAMA SHIVA

 

 Così fù che cominciai a vedere Shiva regolarmente. All’inizio con molta perplessità, chiedendomi sempre al suo cospetto se questo spirito fosse Santo o Malvagio, ma poi, con il passare dei nostri incontri e traendo il senso della verità che m’ispirava, ma soprattutto comunicando con lui, piano piano capii. Il giorno del mio quarantesimo compleanno, mentre continua intorno a me e in me la vita, l’esperienza, il dono di Shiva, vive con me come un ricordo presente. Egli e il tramite, l’antichissimo e futuro arcano che ci apre il posto a colloquio con gli animali, nostri cari fratelli, ne superiori, ne inferiori a noi. Così tanti uguali ed espressioni della grandezza dello spirito della natura. Quindi ringrazio SHIVA, la scimmiotta che mi sorride con la faccia da tigre, di avermi regalato il potere di ascoltare e di comunicare con molti animali.

Egli e lo spirito cardine di una sensibilità che la nostra cosiddetta civiltà ha dimenticato, facendo scempio della natura e del rispetto.

Ma non preoccuparti eterna Shiva, come tu sai, non tutti noi umani siamo ciechi della tua luce e sordi al tuo immenso canto, e spero con tutto il mio cuore, che con il tempo, le cose cambieranno e che torneremo tutti a giocare con te:

Puri, Liberi e Felici come eravamo all’inizio del mondo.

 

OM NAMA SHIVA!